Il 4 marzo si avvicina, e tra poco ci toglieremo dal cazzo tutta la propaganda politica, per poi passare agli sfottò verso i partiti avversari. Che splendore.
In ogni caso il tempo stringe e ancora non ho la più pallida idea di chi votare, un po' perché non guardo telegiornali ormai da mesi e un po' perché ho una sfiducia generalizzata verso la politica italiana, visti gli scarsi risultati degli ultimi anni. A dir la verità ho ancora meno fiducia nella stampa, sia via etere che via carta, che deforma la realtà a suo piacimento in base al partito o alla figura politica di cui sta parlando.
Per non parlare del becero populismo dilagante: orde di gente su Facebook convinte di parlare con i loro amici, ignorando che quello che scrivono può essere letto da tutto il mondo e resterà impresso su dischi rigidi per un tempo quasi infinito. L'interesse al fact-checking è assente: qualsiasi cosa va bene per supportare la loro tesi, l'unica incrollabile ed infallibile.
Nonostante tutto sono un bravo cittadino, e quello che fanno tutti i bravi cittadini è leggere il programma che hanno presentato i vari partiti per cercare di trarne qualcosa. A me interessano sopratutto due campi: le telecomunicazioni ed il lavoro. La prima fa parte della mia occupazione; ci tengo che l'Italia abbia un piano per l'informatizzazione a livello statale ben costruito e che poggi su pilastri stabili. Stiamo parlando non solo della rimodernizzazione degli impianti di telecomunicazione di consumo (la fibra, tanto per capirci), ma anche di una serie di normative per la regolamentazione delle procedure online che andrebbero fatte recandosi fisicamente sul posto: tutta la fase iniziale di verifica dei dati sarebbe svolta automaticamente alla velocità di migliaia di verifiche al secondo, contro il singolo dipendente con cifre molto minori.
Il lavoro è un'altra cosa che mi tocca da vicino: ho trovato un impiego dopo qualche mese finite le scuole superiori, e fino ad oggi ho sempre lavorato. In questi anni ho imparato centinaia di nozioni utili, ma la cosa più importante che ho compreso è che il lavoro spinge la mia passione, e la passione spinge il mio lavoro. Sono come un organismo simbiotico: quello che faccio mi spinge per passione ad imparare cose nuove o a cercare nuove strade, ed è proprio grazie a questi sforzi che riesco ad incrementale il valore del mio lavoro. Purtroppo però conosco coetanei che di passione ne hanno a quintali, ma di impiego molto poco. Ed è proprio a queste persone che va il mio pensiero, perché sono delle bombe di entusiasmo che non esploderanno mai, che saranno costrette ad emigrare o ad adattarsi ad un'occupazione che non li stimola.
Leggerò quindi quasi solamente questi due capitoli. Premetto che non sono un esperto, la politica la conosco marginalmente, l'economia e la finanza pure, perciò non prendete le mie parole per oro colato: sono solo un povero informatico. Inoltre non spulcerò i programmi di tutti i partiti, altrimenti l'articolo lo finisco per le elezioni del 2022, ma solo di quelli più conosciuti. Cercherò soprattutto di essere imparziale ed obiettivo, cercando di ignorare tutte le minchiate informatiche dell'ultimo anno (sì, sto guardando proprio voi, pentastellati).
Il programma è qualcosa di mastodontico: decine di documenti con troppe pagine ognuno, ma almeno i riassunti che fanno all'interno delle singole sezioni danno una sventagliata generale di informazioni. Già però si parte male cominciando a chiamare il famigerato "Rousseau" un "sistema operativo". Piattaforma? Protocollo? Non c'era veramente un termine migliore?
Che poi tra l'altro sarebbe l'organo per partecipare attivamente come cittadino alla vita del partito, però la base di dati e le logiche di funzionamento sono in mano alla direzione. Grande esempio di democrazia.
Tralasciamo questi dettagli e leggiamoci il programma: subito citano Europa 2020, un programma europeo che tra le altre cose prevede la completa copertura del territorio della banda ultra-larga (ossia 30Mbit/s). Secondo loro è un obiettivo al momento irraggiungibile non per motivi tecnici, bensì commerciali. Il tutto comincia quando Telecom è stata privatizzata e ha venduto parti della sua rete (divenuta privata) ad operatori come Tim, Vodafone, etc. Il problema è che, essendo gli operatori privati, hanno ben poco interesse ad acquistare zone dove non si raggiunge la profittabilità, lasciandole il balia del vecchio rame e ADSL singhiozzante.
Questo fenomeno interessa 5.500 comuni in Italia, per lo strabiliante numero di 19 milioni di persone (giusto per farvi capire, un terzo degli italiani). Per tentare di arginare questo problema è stata fondata Open Fiber, società divisa tra Enel e Cassa Depositi e Prestiti. Sia CDP che Enel sono in gran parte controllate dal Ministero dell'Economia e Finanza, che rende a tutti gli effetti Open Fiber una società pubblica. Il loro obiettivo è quello di acquistare i diritti in queste zone non profittabili e cablarle passando per i condotti elettrici (per questo c'è Enel in mezzo), tagliando costi e tempi.
L'idea dei pentastellati è semplice ed efficace: iniettare quantità di denaro in Open Fiber per potersi accaparrare più zone possibili, cablarle e venderle poi ai provider privati. Con l'aumento della banda aumenterà anche la richiesta, dissolvendo il margine in perdita.
Il secondo punto parla di bande: parlano del digitale terrestre, vettore attraverso il quale possiamo usufruire della televisione al momento, e argomentano che la situazione italiana è discostante dalle medie europee: in Italia esistono 428 emittenti per 2.140 canali, gran parte di TV locali, fenomeno assente nel resto dell'Europa. Ma perché tanto interesse nel digitale terrestre? Ogni comunicazione via etere viaggia guidata da una frequenza (elettronici non me ne vogliate); nel caso del digitale terrestre è 700 MHz, che guarda caso è la stessa frequenza del 5G, la rete mobile di prossima generazione.
Cosa propongono di fare in questo frangente? Diminuire il numero di multiplexer nazionali o locali; in parole povere ridurre il numero di canali disponibili per fare spazio alla banda dedicata al 5G. Purtroppo alcune di queste licenze hanno durata fino al 2032, e il 5G per normativa europea verrà distribuito dal 2020, quindi si andrà incontro sicuramente ad indennizzi. Inoltre propongono di cambiare il metodo di compressione dei video, passando da MPEG2 a MPEG4, con il problema che il 10% di dispositivi dovranno essere sostituiti a causa dell'incompatibilità con il nuovo formato.
Appena più giù si parla di Net Neutrality, argomento che mi sta tanto a cuore e che ho cercato fin dall'inizio. Spiegano cos'è e come si sta comportando l'Europa nei suoi confronti, esponendo anche i conflitti di potere tra le società di telecomunicazioni e le varie nazioni. Il problema è che sembra vogliano usare il caro vecchio populismo per cercare di grattare via un po' di forza persa negli anni contro le suddette società. Infatti il loro punto è così debole da essere quasi inesistente: si sono soltanto limitati a rigirare la frittata e riscrivere con parole diverse il claim della Net Neutrality, sostenendo debolmente che seguiranno questa traccia.
Il mastodontico programma avanza, riassumo i punti focali più importanti:
Passando alla questione del lavoro il programma presenta molti più punti, fortunatamente più sintetici, che provvedo a riassumervi ulteriormente qui sotto:
Un bel po' di roba vero? Tante parole, un po' inutili in certi casi. Riguardo ai giovani qualcosa c'è, ma mai in maniera diretta. Si parla di loro quando si parla delle pensioni, di gig-economy e di voucher, ma non sono citati sgravi per le assunzioni di giovani, soltanto la vaga introduzione di qualche metodo che potrebbe portare all'assunzione. Peccato, il partito più giovane che disprezza le sue origini.
Il PD presenta un programma più organico, meglio organizzato e sopratutto più conciso, con sezioni chiare e ben organizzate. Si presenta con quattro distinti documenti: il programma principale, un suo riassunto, un inserto contenente le proposte per i giovani e un elenco di cento cose fatte e altre cento da fare.
Il documento principale comincia con un buon paragrafo riguardo gli obiettivi raggiunti con la vecchia legislazione, portando dati e leggi ben verificabili. Gran parte delle proposte portate si riconduce direttamente o indirettamente al mondo del lavoro: le idee che propongono sono simili a quelle dei pentastellati, più rivolte però ad un'Europa unita piuttosto che ad una politica estera di protezione. Tra le idee si possono trovare:
Gran parte delle iniziative che sono state proposte riguardano i giovani, con l'obiettivo finale di creare un lavoro più di qualità e non di quantità, attraverso gli investimenti nel settore dell'istruzione e sgravi per i contratti a tempo indeterminato.
per arrivare ad altri obiettivi, per esempio l'incentivo delle piattaforme di bike, scooter e car sharing, oppure per arrivare al piano per la cultura digitale. Purtroppo questo non basta: per garantire un settore di servizi d'eccellenza bisogna prendere di petto certe cose, perché non basta un personale preparato ed entusiasta: anche i mezzi devono essere adeguati al tipo di servizio che si vuole presentare al mondo.
Siamo arrivati alla frutta: c'è chi ha scritto una mezza biblioteca come programma e chi si affida al nome che tiene su tutta la baracca. Forza Italia è sicuramente dell'ultimo tipo.
Il programma è visivamente un pugno nell'occhio: non c'è armonia di colori, di tipografia o di forme. Dodici misere pagine di documento con una manciata di frasi generiche che inneggiano ad un populismo che pian piano sta rovinando gli italiani. Se vi opporrete dicendo che alla fine è quello che si fa che conta, mi permetto di dissentire vigorosamente: anche l'occhio vuole la sua parte. Chiedetelo ad Apple per esempio: chi altro vi renderebbe felici facendovi pagare un telefono un intero stipendio?
Forti dello storico nome del Cavaliere nostrano, Silvio Berlusconi, e di una Lega che non è neanche l'ombra di quello che era nel passato (non che sia necessariamente una brutta cosa), tentano di nascondere la mancata coesione di ideologie tra i due partiti, come si può vedere nella questione vaccini: il leader della Lega, Matteo Salvini, si è dichiarato contro l'obbligo vaccinale, ma Forza Italia non appoggia la sua idea, essendo pro ad esso. Per assurdo, poi, il programma della Lega Nord non accenna in nessun modo all'obbligo vaccinale, rendendo la proposta soltanto una strampalata idea del buon Salvini.
Non voglio essere di parte, anche perché genuinamente non ho la più pallida idea riguardo chi avrà il mio voto, ma un programma così generalista è impossibile da consultare e riassumere. Sembra più una lista di buoni propositi che un vero programma politico redatto da un partito storico da anni in corsa per il governo.
Tra la serie di massime quasi sarcastiche (tra cui troviamo la generalissima "Lotta al terrorismo" e "Tutela dell'ambiente", come se non fossero due cose pressoché scontate) si parla sopratutto di una riforma fiscare per alleggerire il carico sulle famiglie, soprattutto per la popolazione più disagiata. Si avverte un movimento antieuropeista: non si parla della Brexit made in Italy, ma più di minacciare l'UE di un'uscita dell'Italia al fine di ritrattare i patti stabiliti in passato. Tipo i cattivi dei film di serie B, che svelano il loro piano all'eroe autocompiacendosi nel farlo. Si tocca anche la sicurezza (e qui si avverte lo zampino della Lega), affermando che la difesa è sempre legittima e proponendo lo stanziamento di fondi per la Difesa. A metà pagina si prevede il rimpatrio di tutti i clandestini, azione estremamente al di fuori delle politiche sull'immigrazione dell'UE, come se ognuno potesse fare quel cazzo che gli pare.
Di lavoro si parla in modo troppo marginale: si vedono incentivi per le categorie protette le madri, oltre a strumenti per lo sfruttamento l'assunzione di giovani come lo stage. Della Rete invece non si fa accenno neanche lontanamente: riguardo un campo vicino si parla di vaghi sostegni alle start-up attraverso la semplificazione del crowdfunding.
Mi fermo qui, basta. Un po' per mancanza di tempo, ma più perché letto uno li hai letti tutti: ognuno propone le stesse cose formulate con parole diverse, ma non le stesse cose di quest'anno: le stesse cose da quasi vent'anni. Tagliare le tasse, assicurare più lavoro, incentivare l'istruzione e le infrastrutture pubbliche. Niente di nuovo sul fronte occidentale. Purtroppo questo ci riporta alla domanda di partenza: chi votare?
Non rimane che scegliere il partito che ci sta più simpatico, o che segue l'ideologia che ci sta più a cuore. Oppure si possono guardare i precedenti governi e tirare le somme. Mi dispiace non darvi risposte, anche perché se avevo un minimo di idea su cosa direzionarmi, ora è andata distrutta dopo ore e ore di lettura di programmi infarciti di populismo e belle parole.
Vi lascio però con un (spero) buon riassunto dei miei studi delle ultime due settimane, nella speranza che per l'Italia ci sia un futuro limpido. E magari non sempre le stesse facce, che dite?