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L'altro mondo nuovo

Un nuovo universo narrativo, sulle orme di Huxley

Qualche tempo fa, perdendo un po' di tempo su Hacker News, mi sono imbattuto in questo sito, writingstreak.io. In breve, permette di fissare un obiettivo di parole scritte in un determinato periodo, ed ogni giorno ricorda di scrivere il testo quotidiano. Io sono partito con l'astina piuttosto bassa: 2.500 parole in 20 giorni, con un obiettivo giornaliero di cento parole. Ho scelto di scrivere tutti i giorni eccetto il sabato e la domenica, e fino ad oggi non ho mai mancato un giorno.

Ho deciso di scrivere al mattino, prima di cominciare a lavorare. Per scrivere cento parole bastano cinque minuti e una buona idea; questo sito inoltre stimola un sacco la creatività e prepara ad una giornata passata a produrre ben altre cose.

All'inizio ho scritto un po' di incipit, inizi di storie che non verranno mai concluse, ma che stimolano il lettore a proseguire con la propria storia, avendo già un certo background di personaggi, condizioni, spazio e tempo. Qualche tempo dopo, invece, ho cominciato a buttare giù le basi dell'universo che vorrebbe ospitare un racconto più lungo e più complesso, dal gusto sci-fi ma aderente alla realtà dei giorni nostri. Scrivendo soltanto un paragrafo al giorno, questo è quello che è uscito.

Realtà parallele

La vita continuava a svolgersi come ogni giorno: sveglia alle sette in punto, doccia, colazione, rapida occhiata alle ultime notizie e poi via in strada, verso il luogo di lavoro, come altre migliaia di persone. Finito il turno si torna a casa, alla sera attività ricreative in famiglia o in società, poi a mezzanotte scatta il coprifuoco. Nessuno aveva nulla da dire: in pochi anni erano state accettate modifiche radicali alla società, modifiche spesso imposte con la forza. Tramite un preciso programma sociale era stata creata una razza quasi perfetta, una società nella quale non c'era più bisogno di violenze, guerre, minacce e soprusi. Nel frattempo, tramite terapie genetiche ad ampio raggio, erano state debellate malattie prima incurabili come leucemie e tumori: erano decenni che non esistevano più ospedali. Ma a quale prezzo?

Ci si era resi conto finalmente, dopo anni buttati a combattere, che anche il corpo umano ha una naturale data di scadenza. Non si seguiva più il sogno dell'immortalità e ci si era arresi alla caducità della carne. Mantenere in società degli anziani era un costo e un impegno non affrontabile, in quanto avrebbe minato l'efficienza del piano. Quindi dei chiari paletti erano stati posti: la vita dura fino a 65 anni, dopo i quali si parte per una crociera d'addio, verso un luogo segreto dove si riposa per sempre. Non c'erano più pianti né disperazione tra i parenti, soltanto la consapevolezza che i loro cari sarebbero andati in un posto migliore, dove avrebbero potuto passare felici momenti riesumando ricordi passati, prima di coricarsi per il sonno eterno.

Ognuno nasceva con già con un destino designato, scelto analizzando il suo albero genealogico, la sua provenienza geografica e la corteccia celebrale. Veniva assegnato un lavoro, che poteva andare dall'impiegato locale al Presidente della Federazione. Ogni scelta successiva sarebbe stata fortemente influenzata per muovere l'individuo verso la formazione e l'attituidine per quello specifico impiego: amicizie, eventi e istruzione vertevano al conseguimento di quel destino predeterminato. Nessuno però si sarebbe mai lamentato: la Federazione aveva creato una serie di attività per sfogare repressione e rabbia verso altri frangenti: sport altamente competitivi e violenti, dibattiti agguerriti, a volte pure eventi a tema sessuale. Questi passatempi erano utilizzati come valvola di sfogo, per far dimenticare la perdita di ogni diritto di parola, uno specchietto per allodole, alle quali basta il minimo riflesso per cascarci.

Mentre i grossi centri metropolitani pullulavano di persone, le campagne erano ridotte a sabbiosi terreni bruciati dall'attività umana. La fotosintesi clorofilliana era stata riprodotta artificialmente per evitare che l'umanità morisse di asfissia. Grandi macchinari circondavano ogni città, creando di fatto una cupola di aria respirabile che copriva ogni essere vivente. Anche il cibo, con il tempo, diventò un problema: serre costruite come enormi grattacieli, pensate per far crescere piante geneticamente modificate. Queste erano capaci di adattarsi alle forzature imposte loro dall'uomo, come il terriccio sintetico, il fertilizzante aggressivo e la luce artificiale. Sicuramente il dimezzamento della popolazione mondiale aiutò a risolvere il problema del cibo, ma portò una forte crisi demografica: gli uomini erano sconfortati nel vedere che il mondo dove abitavano stava cadendo loro addosso dopo anni di sfruttamento feroce, e la frontiera dello spazio era ancora al di fuori dalle possibilità umane. Perciò era stata resa necessaria la costituzione della Federazione.

L'esplorazione spaziale ormai era stata abbandonata da anni: non esistevano pianeti da esplorare nel range della vita umana, e quelli già scoperti erano poveri di risorse e decisamente inospitali per una colonia. Si era deciso quindi di concentrarsi sul caro vecchio pianeta madre, facendo passi da gigante nella logistica e nei trasporti: i viaggi intercontinentali duravano minuti invece di ore grazie ai lanci atmosferici, e anche il costo era stato drasticamente ridotto per merito dello sviluppo della chimica e dello studio dei materiali. Nonostante l'enorme possibilità di spostamento attorno al globo, questi mezzi erano disponibili soltanto agli alti papaveri della Federazione. Gran parte della popolazione per tutta la vita non usciva dalla città di nascita, ed ogni viaggio doveva essere precedentemente analizzato e approvato dagli oligarchi. Gli iter amministrativi erano sufficientemente lunghi per far desistere qualsiasi richiesta. Molte persone passavano perciò una vita a vedere sempre gli stessi quattro muri.

In un mondo dove il pensiero rivoltoso era stato purgato dalle menti dei suoi abitanti serviva ancora un corpo di polizia? Esistevano agenti che monitoravano gli umori della gente restando perfettamente integrati nella società, in borghese ma soprattutto inconsapevoli del loro ruolo: questi individui venivano selezionati dagli organi di monitoraggio della Federazione ed opportunamente forniti di strumenti di analisi, come rilevatore GPS, telecamere e microfoni. I droni, li chiamavano. Grazie al loro operato avevano la possibilità di intervenire con precisione e rapidità per distruggere ogni pensiero deviante. La popolazione era ben consapevole dell'esistenza dei droni, e viveva nella paura. Ma nemmeno i droni stessi erano consapevoli della propria natura. La Federazione aveva imbrigliato il popolo con la paura.

Ma tutta la conoscenza da dove proveniva? Cosa aveva fatto fare il balzo in avanti alla scienza? La fisica quantistica era stata ormai spogliata dei suoi più profondi misteri: l'entanglement quantico poteva essere utilizzato per modificare materia ad anni luce di distanza, oppure per creare particelle infinitamente più piccole di quelle a noi conosciute. Proprio grazie a questa epocale scoperta era cominciato il periodo chiamato Secondo Rinascimento: erano stati aperti all'uomo i confini dello spazio e del tempo, nullificando ogni inibizione etica insita dell'essere umano, trasformandolo in una bestia anelante conoscenza. Erano state condotte terapie genetiche ad ampia scala, ovviamente senza consenso, erano stati sperimentati fertilizzanti e pesticidi su zone che erano destinate ad essere per sempre desertiche, costruiti interi mondi abitati, distrutti poi a forza di esperimenti. Tutte queste tirannie però erano sconosciute se non entro il confine del laboratorio: la Federazione negava ogni conoscenza a chi subiva, il popolo civile.

Ad eccezione dell'attività sportiva e del ballo nessuno doveva faticare. Tutti i lavori più pesanti erano affidati a grossi e stupidi robot. Qualche anno prima era stato avviato un estensivo programma di robotizzazione in tutti i settori, permettendo negli ultimi mesi della sua esistenza di creare androidi costruiti appositamente per il terziario: cassieri, cuochi, operatori telefonici. Purtroppo la ricezione era stata per la maggior parte negativa: sebbene si fosse creato un gruppo di accettazione della natura robotica, il popolo aveva paura di quei costrutti, uguali a loro dalla testa ai piedi, ma possessori di capacità al di sopra del limite umano. La situazione stava creando due distinte linee di pensiero che rendevano la popolazione eterogenea, di fatto meno governabile. Per questo la Federazione aveva deciso di fare un grosso passo indietro, distruggendo tutti gli androidi e dedicandosi alla creazione di robot stupidi, dalle forme più differenti possibile da quella antropomorfa. Si era stati costretti a sacrificare il progresso per sopravvivere.

La transizione da una forma di governo tradizionale alla Federazione era stata tutt'altro che semplice: focolai di rivolta esplodevano giornalmente in qualche angolo del mondo, rivolte represse esclusivamente con la forza. Non erano stati posti limiti all'esercito impiegato, in quanto la legislatura permetteva loro qualsiasi atrocità: violenze, torture, saccheggi e persino strupri. Pian piano i gruppi di rivoltosi avevano deciso di entrare in clandestinità, ma anche loro erano stati braccati e fatti sparire. Era proprio questa, la tecnica: non si esponevano i trofei dei ribelli alla gogna pubblica, ma li si faceva semplicemente sparire, senza nessuna notizia o avviso, perché mentre la popolazione non coinvolta avrebbe continuato ad ignorare la tribolata situazione, per chi sapeva era traumatico vedere dissolversi compagni, parenti ed amici.

Per controbilanciare il carico di paura e timore generato dai metodi squadristi della Federazione, era stata messa in moto la macchina della scienza, generando una vasta serie di droghe e medicinali psicoattivi: si era riusciti a rimuovere qualsiasi effetto distruttivo per il corpo e per la mente, creando dosi purissime di adrenalina, dopamina e serotonina. Bastava una pillola e un bicchiere d'acqua per sentirsi la persona più felice, più motivata o più coraggiosa del mondo. Queste comode sostanze non provocavano dipendenza e non portavano nessun postumo, erano fornite direttamente dai chimici della Federazione e somministrate nelle apposite strutture: in discoteca, nelle biblioteche, perfino nei sex club, dei bordelli moderni dove sfogare le proprie voglie artificiali. La Federazione aveva ormai imbrigliato la mente ed il corpo di ogni cittadino, di coloro che costituivano la loro fortuna e allo stesso tempo la loro rovina.

Epilogo

E ora? Dove sta il racconto? Verrà ripreso più avanti, però già gettare delle basi per poter narrare all'interno di un universo consistente con sé stesso per me è già un passo avanti. A volte bisogna tenere la creatività al guinzaglio e costruire un'impalcatura solida attorno alla spina dorsale del racconto, altrimenti al primo errore collassa tutto.

Sì certo, esiste il suspension of disbelief stratagemma ai quali molti ricorrono, però non si può esagerare, altrimenti viene fuori uno schifo incoerente e senza senso. E poi, avendo già delle fondamenta solide, ci si può imbastire sopra più di un racconto, magari una serie di brevi storie, oppure direttamente di libri, una saga spaziale! Diventerò il nuovo Aldous Huxley!

Ok, pensiamo ad essere costanti nella scrittura intanto, per Huxley mi mancano ancora un po' di droghe.

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