OK, lo ammetto, e non sapete quanto mi duole farlo: la prima versione del blog era uno schifo.
Non mi è mai piaciuta veramente, però la voglia di scrivere e di costruire qualcosa era tanta, e non mi trattenevo più. Lo so, ho tanto decantato la grafica minimale che non distrae il lettore e fa spiccare le informazioni fondamentali fuori dallo schermo, però ne passa di strada tra un design minimale ed un lavoro da pigri. Ed il mio era decisamente della seconda categoria.
In verità tutta la mia storia nel campo della programmazione è stato un continuo ciclo di euforia ed abbattimento: dai primi eseguibili in C# a quando ho avuto il coraggio di prendere in mano React. Ogni volta mi sembrava che potessi spaccare il mondo, ed ogni volta immancabilmente la mazzata della verità mi spianava il naso. Ma non per questo ho mollato, anzi.
Quindi ho ripreso in mano il codice che pensavo non avrei più toccato per molto tempo a soli sei mesi dalla sua conclusione. Sono andato a lungo in cerca di ispirazione, ossia a bazzicare su Awwards e Behance in cerca di uno stile carino, senza tanti fronzoli ma nel contempo ricercato e alla moda, per quanto questo concetto si possa applicare al Web. Purtroppo questi due portali sono costellati di persone che ne sanno a frotte più di me riguardo a stile e codice, e tentare di emulare i loro gesti sarebbe stata la mia rovina (vedere L'occhio tecnico: il blog per ammirare la lunga lista di fallimenti).
A questo punto era rimasta soltanto una alternativa: andare alla cazzo di cane.
Lo sfondo l'ho preso letteralmente a caso da Unsplash.com, una foto di Patrick Fore (non ti ringrazierò mai abbastanza, sconosciuto) e l'ho schiaffata a tutto schermo. Ho aggiunto un bel bordo bianco in trasparenza spesso abbastanza da essere notato e creare un livello superiore all'immagine di sfondo, poi il mio nome sopra, in un carattere molto grande, come se fosse urlato da luoghi remoti. L'ego è tutto.
Poi il resto è rimasto piuttosto invariato: la lista degli articoli è la stessa; una cosa nuova è il menù fisso a destra, con in cima il caro vecchio logo (messaggio per i designer: so che le lettere non sono bilanciate, e la cosa non mi stuzzica di meno). Ah, se volete ho un centinaio di adesivi con quel logo chiedetemeli pure.
In fondo al tutto c'è il pié di pagina che riprende il tema della foto iniziale, con la pomposa frase di copyright che troneggia nel mezzo.
Però la mia opera di redesign che tanto sto decantando non si limita a questo: sono stati effettuati miglioramenti, modifiche e aggiunte che voglio illustrarvi una per una.
Alla prima occhiata il look and feel sarà quello di sempre, eccetto minimi aggiustamenti tipografici, però sotto il cofano è stata riscritta da zero. A questo punto avrete già intuito che non mi piace fare refactor: in questo caso ho preferito dare alle fiamme il foglio di stile e ricompilarlo, anche perché ormai era infestato di patch e fix che avrebbero dovuto essere temporarie, ma che di fatto sono rimaste lì indisturbate per mesi. Inoltre durante questo periodo ho avuto modo di testare l'esperienza di lettura da varie piattaforme e di raccogliere numerosi feedback che mi hanno permesso di introdurre regole con cognizione di causa.
Una cosa che a prima vista non si nota ma che sarà estremamente importante riguarda la colonna di sinistra, quella delle foto. Nella versione precedente non era cliccabile (colpa di un orribile patch di cui mi vergognerò per sempre), e per certi versi limitava l'interazione che un lettore ha con l'articolo. Finora non ho mai avuto modo di volere questa feature, però per sviluppi futuri sarà estremamente utile, se non necessaria.
Infatti quello che mi premeva di più era di incrementare la multimedialità della colonna e non limitarla soltanto ad immagini: ora ci potranno essere video, tabelle, canvas e tutto quello che mi verrà in mente. In futuro alcuni specifici articoli non seguiranno lo schema attuale, con una lista di foto, ma saranno dei veri e propri racconti interattivi con cui il lettore potrà interagire. Per avere qualche ottimo esempio di quello che intendo produrre, fatevi? una bella navigata sul sito di Nicky Case.
No, non si tratta dell'ennesimo trucco di marketing dai nostri amici della mela morsicata, si tratta di un aggiornamento di sicurezza: la S infatti sta per secure, e andrà accodata ad HTTP, rendendolo il nuovo ed indispensabile HTTPS. Molti siti, soprattutto se trattano con informazioni personali, stanno passando ad un contesto sicuro per contrastare casi di phishing, man-in-the-middle ed altri attacchi nocivi. Il secondo motivo per il quale verrà applicato questo aggiornamento è perché sui moderni browser come Google Chrome o Mozilla Firefox verrà notificato all'utente che la sua connessione al sito non è sicura, proiettando un'ombra sul sito. Per lo stesso motivo GoogleBot (l'esserino che ti permette di essere in testa alle ricerche su Google) e i suoi simili considerano molto il fattore HTTPS per la corretta indicizzazione del materiale.
Fino a qualche anno fa eseguire un'operazione del genere era dispendioso, i certificati arrivavano soltanto da aziende garantite che avevano creato una sorta di cartello sui prezzi, e sotto i 40$ annuali non riuscivi a scendere. Fortunatamente Linus Torvald e la sua Linux Foundation è venuto in nostro soccorso registrando nell'ottobre del 2015 il marchio Let's Encrypt. Questo servizio offre in maniera completamente gratuita, trasparente ed automatizzata chiavi per certificare il nostro sito Web.
Verrà aperta una nuova sezione! Sì, magari più interessante di quelle già esistenti. Praticamente sarà una raccolta di piccoli side-project che ogni tanto mi metto a scrivere. La maggior parte serviranno a provare un nuovo metodo oppure una nuova libreria, oppure qualche utility a disposizione di tutti.
Ogni esperimento avrà il suo write-up coordinato dove verrà spiegato per filo e per segno perché e come è stato realizzato. Sarà una descrizione puramente tecnica nella maggior parte dei casi, sperando di essere utile a qualcuno in qualche futuro.
Si tratterà soprattutto di figatine grafiche fine a sé stesse, oppure qualche giochino scemo, o in alternativa qualcosa di così tecnicamente complesso che risulterà inutile. Ma in ogni caso ci tengo a condividerle, giusto per il fatto che lì dove avrebbero fatto soltanto la polvere. Magari un giorno ispireranno qualcuno a seguire un certo stile o ad usare certe tecniche che ho utilizzato anch'io. Niente mi farebbe più piacere.
Purtroppo anche questo lavoro bisogna fare: Google regna in ogni angolo del Web, e quello che dice lui è legge. Se lui non ti conosce nessuno potrà mai trovarti. Ed ecco qui che entra in campo il task più odiato da ogni sviluppatore: search engine optimization. Mannaggia a loro.
In verità non è che abbia un interesse morboso ad essere trovato, dopotutto il blog è soltanto una valvola di sfogo per dire in assoluta sincerità quello che penso, però è una cosa che devo fare come allenamento, in un ambiente nel quale posso permettermi di sbagliare. Quindi sì, dovrò leggere papiri di noiosissima documentazione di come impostare parole chiave, meta tags, immagini, tipografia e quant'altro, il tutto come tributo al Dio Google.
Ci sarebbe anche una serie di dei minori, tipo i dimenticati Bing e Yahoo, e dovrò offrire tributi anche a loro, anche se in misura molto ridotta. Imparare gli strumenti di tracking (i corrispondenti di Analytics e Search Console) non può farmi così male.
Verrà fatta una ottimizzazione anche per i social network: verrà inserito il pixel di Facebook, dati di tracciamento e non so che altro. Non abbiate paura, le ads non compariranno mai in queste pagine.
Ecco, questo verrà applicato nel primo grosso aggiornamento del blog. Non è propriamente una versione 2.0: considero questa la versione ufficiale, e la precedente una mera versione beta. Ora si volta pagina e si alza definitivamente il sipario, pronti per nuovi contenuti, più interattivi e dinamici, cercando di offrire un coinvolgimento sempre più ampio al povero lettore che vaga tra i miei vaneggiamenti.
Sperando di non essermi tirato addosso le maledizioni dei graphics designer di mezzo mondo, passo e chiudo.